lunedì 27 ottobre 2008

Formazione prassi di rivoluzione: La prassi politica di Corneliu Zelea Codreanu

FORMAZIONE PER IL MILITANTE DI LS

Riflessione N°1 : La prassi politica di Corneliu Zelea Codreanu

“Venerdi 24 giugno 1927, nascita di S. Giovanni Battista, è stata fondata la Legione Arcangelo Michele, così chiamata dall’Icona del Santo Arcangelo Michele situata sulla porta sinistra della chiesa del carcere di Vacaresti, Icona che abiamo avuto come nostra protettrice in tutte le prigioni, in tutte le lotte, in tutte le ore di sofferenza”.Iniziava così, secondo le parole stesse di Corneliu Zelea Codreanu, l’esperienza politica legionaria in Romania.Un’esperienza fortemente caratterizzata da aspetti mistici. E troppo spesso quando si parla di Codreanu e della legione gli aspetti mistici e “metafisici” prendono il sopravvento a discapito di un’analisi della prassi politica che può essere altrettanto ricca di insegnamenti.La Legione, infatti, puntò sicuramente alla formazione dell’Uomo Nuovo sotto un punto di vista esistenziale(Premessa necessaria per la formazione di quadri politici rivoluzionari), ma senza trascurare l’intervento politico concreto nella società, per agire su di essa e cambiarla radicalmente. Come sottolineava Codreanu stesso: “all’interno di ogni avanguardia esistono due piani d’azione: 1) Il primo piano si esplica nel mondo della teoria, il dominio astratto delle regole generali. Su questo piano l’uomo dotato di qualità particolari si volge alla ricerca del vero e della sua formazione teorica. 2) Il secondo piano è situato sulla terra, quelle verità che gli altri hanno riconosciuto e formulato all’interno della loro sfera di competenza, egli deve farle trionfare sulla terra attraverso il gioco delle forze. Deve, inoltre, sapere organizzare i suoi uomini, prepararli tecnicamente ed educarli eroicamente e, infine, sapere guidare queste forze sul campo strategico e tattico”.Codreanu aveva ben chiara la realtà romena dell’epoca e la linea politica per un’azione rivoluzionaria efficace.La grande maggioranza dei suoi connazionali era costituita da contadini che vivevano e lavoravano, spesso in condizioni dure e disagiate, su terreni di proprietà di un ristretto ceto di latifondisti. Questi contadini (l’80% della popolazione complessiva) mantenevano ancora vivi ed inalterati valori quali l’attaccamento alla terra, il fervore patriottico, la fede religiosa cristiana.Nelle città, frattanto, iniziava a crescere il ploretariato operaio impegnato nelle prime grandi fabbriche appena installate dal novello capitalismo romeno.E’ sintomatico il fatto che il ceto medio romeno rimaneva, sotto il profilo numerico, estremamente ridotto: questo spazio sociale veniva occupato da stranieri, soprattutto ebrei. La figura del mercante e dell’usuraio straniero era quindi guardata dai ceti popolari romeni con diffidenza, quando non con aperta ostilità.Si veniva così a creare una forte frattura sociale tra la stragande maggioranaza dei romeni, assolutamente esclusa dal nuovo mondo capitalistica e borghese e dalle oligarchie dominanti rappresentate efficacemente dai partiti liberali e da un ristretto gruppo di affaristi e speculatori raccolti intorno al Re.In queste spaccature insieme alla società romena si inserirono intelligentemente i legionari con il loro dinamismo politico e interventismo sociale. I giovani e proletari erano i referenti verso cui si indirizzava il messaggio della Legione. Nelle città veniva constantemente svolta una intensa attività propagandistica nelle università e nelle fabbriche. Nei quartieri popolari per venire incontro alle esigenze dei più poveri furono aperti negozi con prezzi calmierati e piccole cooperative di commercio.Nelle campagne i legionari iniziarono a marciare verso tutte le provincie, anche quelle più sperdute e periferiche.Tutti i villaggi vennero visitati dalle camicie verdi di Codreanu. Mentre lo stato era vissuto come una realtà astratta, lontana, presente solo con un apparato burocratico inefficiente e corrotto, la Legione aiutava concretamente i contadini nel lavoro dei campi, sistemando case, costruendo case e ponti.Questa prassi di azione diretta nel sociale e il linguaggio semplice, comprensibile anche ai più umili, fecero crescere rapidamente il consenso verso la Legione e il suo radicamento popolare.Rifuggendo da ogni forma di extraparlamentarismo settario, Codreanu volle mettere a frutto il consenso conquistato sul campo con la partecipazione alle competizioni elettorali per arrivare al governo del paese. Pur cosciente che la “democrazia è al servizio dell’alta finanza”, il Capitano volle condurre la Legione a dare battaglia anche nelle aule parlamentari. Pur con tutte le contestualizzazioni del caso le elezioni restano un momento importante nel cammino di un movimento volto a cambiare la società. Basta uno sguardo veloce alla storia dei movimenti “fascisti” e nazionalrivoluzionari tra le due guerre, per contestare come tutti abbiano dato grande importanza a questa specifica fase tattica (basti pensare al caso più eclatante: la Germania…).I legionari curarono sempre con rigore e metodo le campagne elettorali e i successi furono crescenti: nel 1937 la Legione raggiunse il 16% dei voti e divenne così il terzo partito della Romania.Le oligarchie al potere e il Re allarmati scatenarono una dura repressione contro il movimento legionario e il Capitano venne imprigionato e poi assassinato nella notte tra il 29 e il 30 Novembre 1938.Ciò che con queste riflessioni abbiamo cercato di mettere in luce è che Corneliu Zelea Codreanu non era solo un uomo con alte caratteristiche spirituali, ma anche un brillante dirigente politico ben deciso a cambiare la realtà sociale ingiusta che gli stava intorno avendo come referente costante le masse popolari.A nostro modesto avviso il modo migliore per seguire gli insegnamenti di questo condottiero esemplare, è quello di prenderlo in esame nella sua totalità, tenendo conto anche della prassi politica e delle capacità pragmatiche che il più delle volte vengono dimenticate.

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