domenica 16 novembre 2008

DOCUMENO POLITICO LOTTA STUDENTESCA

DOCUMENTO POLITICO FORZA NUOVA / LOTTA STUDENTESCA
OTTOBRE/NOVEMBRE 2008
Sulla protesta studentesca, sulle sue deviazioni, COSA E’ REALMENTE SUCCESSO

Introduzione

Questo documento non vuole essere né una cronistoria dei fatti ed eventi che hanno caratterizzato l'ultimo mese di fermento e mobilitazione in tutta Italia, né – tantomeno – una fredda elencazione dei motivi che hanno spinto Lotta Studentesca e Forza Nuova ad inserirsi in un contesto di movimenti sociali che hanno una matrice ideologica totalmente differente, ma che sono operativamente simbiotici. Vuole essere uno strumento operativo che possa dirimere le 'nebbie' comparse 'stranamente' sul fronte della protesta in un momento critico in cui il sistema – potere - governo iniziava a vacillare a suon di mobilitazioni di piazza unitarie, eterogenee, di massa, intergenerazionali.L'antipolitica diventa politicaEra dai tempi della 'pantera' negli anni ’90 che non succedeva qualcosa del genere in Italia. Sulla scia della rivoluzione tracciata dal web e dalle nuove tecnologie e metodologie di comunicazione ed informazione (blogs, facebook, forum, etc.) la protesta assume una forma, nella maggior parte dei casi, spontanea, apartitica, ribellistica, con connotati di forte dinamismo, improvvisazione e difficile tracciabilità. Il potere non riesce a controllare il fenomeno, anzi si arrocca inutilmente su posizioni e dichiarazioni suicide (vedi Berlusconi sulla polizia contro gli studenti), i partiti di sinistra tentano di alludere ad una falsa paternità, ma in manifestanti li smentiscono. La protesta è di tutti davvero.La genesi della protestaTra la fine di settembre e i primi di ottobre inizia a manifestarsi un movimento di massa, che per quanto riguarda il comparto dell'istruzione, non ha eguali negli ultimi 15-20 anni. La protesta nasce lontano. Non nasce però nelle segreterie dei partiti né nelle sedi sindacali. Sono le mamme e le maestre le prime ad esporre striscioni fuori dalle scuole materne per denunciare gli effetti negativi della 'riforma' Gelmini, e lo fanno già ad agosto, sole contro tutti, quando gli studenti sono in vacanza ed il dibattito politico è relativamente rilassato. E' una protesta che rimane in sordina fino agli inizi di ottobre, quando improvvisamente si scatena in vista dell'approvazione al Senato della legge. Ogni comparto del mondo dell'istruzione è mobilitato: dagli studenti agli insegnanti precari, dai genitori ai lavoratori dell'amministrazione scolastica. Tutte queste mobilitazioni sono accompagnate da due parole d'ordine, con grandissime implicazioni politiche: "l'istruzione non è una merce!" e "non pagheremo la vostra crisi!". Gli studenti vedono la dissoluzione dell'istruzione pubblica, sotto i loro occhi hanno il peggioramento delle condizioni di vita delle loro famiglie e contemporaneamente sentono che il governo Berlusconi garantisce che, in caso di necessità, verserà fiumi di denaro pubblico alle banche e alle grandi imprese per tutelare gli utili dei profittatori colpevoli di aver provocato la crisi... Insomma oltre la protesta settoriale contro la Gelmini s’inizia ad intravedere una critica più radicale dell'intera società fondata sulla prevalenza della logica del guadagno a tutti i costi. La direzione politica verso cui si muove la protesta studentesca è quindi assolutamente corretta e gli studenti forzanovisti non possono non riconoscersi in essa.Gli utili idioti del grembiulino e de “ il maestro unico è giusto”Berlusconi è prima di tutto un comunicatore. Un comunicatore in cattiva fede chiaramente. Il decreto Gelmini viene presentato dai media italiani (molti dei quali controllati dallo stesso Presidente del Consiglio - alla faccia del conflitto d'interessi) come una sorta di controrivoluzione tesa a ripristinare alcuni aspetti 'tradizionali' dell'immaginario collettivo del popolo italiano. Proprio per questo, fino all'irruzione in scena degli studenti, la protesta non viene compresa. L'italiano medio non capisce che a muovere la Gelmini sia solo l'imprimatur di Giulio Tremonti. Il ministro dell'economia e delle finanze ha in mente già dalla campagna elettorale una serie di drastici tagli alla spesa pubblica che –in sintonia con Renato Brunetta- andranno a colpire in maniera preferenziale lo stato sociale. Spacciandolo per lotta al privilegio ed al malcostume diffuso, le forbici liberiste del governo Berlusconi vogliono –in verità - tranciare di netto ogni minima forma di tutela e garanzia nel mondo del lavoro e della scuola. L'uomo e la donna della strada però, imbevuti totalmente di una subcultura televisiva, accettano di buon grado le panzane del Governo appiattendosi su punti inconsistenti e puramente pubblicitari dei vari provvedimenti della Gelmini. Ecco allora la cantilena de “il maestro unico è giusto” o “anch'io mi ricordo la maestra che era brava” o ancora “fa bene Berlusconi” etc.Altra cantilena sul grembiulino: “sono belli i bambini col grembiulino”, “una divisa fin da piccoli perché così crescono educati” etc. Inutile ricordare che tutti questi tormentoni partoriti durante l'estate – in una stagione notoriamente blanda per la vita politica di un paese - sono stati una manna dal cielo per un governo che doveva assolutamente mascherare i veri contorni della vicenda, e l'essenza stessa del tagli del documento di programmazione economica e finanziaria siglati da Tremonti che amava presentarsi addirittura come un novello Robin-Hood! L'operazione però riesce solo in parte: con la riapertura di scuole e atenei iniziano a diffondersi le iniziative di protesta. Per la prima volta da quando si è insediato, il governo si trova a dover fare i conti con un'opposizione significativa di alcuni settori sociali. Anche i sondaggi, tanto cari al Presidente del Consiglio, iniziano a registrare una flessione del consenso degli italiani verso l'esecutivo. Difesa dello Stato sociale, difesa dell’Interesse nazionale; oggi come ieri, stiamo ben attenti nel decrittare le lusinghe dell’iperliberismo, ammantate da pretestuose esigenze di risparmio! Siamo nuovamente all’opera per indicare ai più l’aggressione che lo stato sociale sta subendo. La Scuola pubblica è garanzia e fondamento della Giustizia sociale; merito e accesso paritario all’Istruzione sono garanzie di coesione e favoriscono altresì il completamento della coscienza nazionale. Stiamo rilevando l’allargamento della “forbice del reddito” tra una sparuta minoranza ed il popolo del ceto medio che da “middle class” si sta trasformando in “little class”. Si vuole l’esclusione di una parte di concittadini dalla promozione sociale, quasi a voler garantire ad una ristretta cerchia di privilegiati la gestione oligarchica dell’intrallazzo. La conferma di questo disegno sta proprio nella scelta del primo obiettivo sul quale accanirsi: la Scuola materna ed elementare che è notoriamente tra le primissime al mondo per validità e risultati. La figura del buon padre di famiglia che risparmia e che sposa la virtuosa economia, è l’immagine più spacciata da questo governo che si appresta a tagliare l’arto sano, lasciando procedere l’infezione politico/clientelare che nulla produce in termini di servizi, ma che è garanzia e premio per i molti volonterosi servitori. La “Disinformatzija”, di sovietica memoria, è l’arma più forte! L’esempio lampante è costituito dalla presunto sovrannumero del corpo docente italiano: nel computo totale degli insegnanti, infatti, ritroviamo i professori di Sostegno che, negli altri paesi europei, risultano sotto la voce di spesa di altri ministeri (della Sanità in particolare); e ancora: che fine farà il “tempo pieno”? Se lo dovranno pagare le famiglie? E cosa succederà se i ragazzi delle superiori avranno una pesante riduzione delle ore di laboratorio professionalizzante? E l’incremento degli alunni per classe tra extracomunitari, zingari e diversamente abili, bulli e caratteriali? Che cosa permetterà di insegnare? Si deve respingere l’attacco al Diritto allo studio, e come Forzanovisti bisogna testimoniare questa lotta ovunque vi siano cittadini consapevoli, anche di opposta sensibilità politica, disposti a collaborare, sforzandosi di creare una struttura (ovviamente solo tattica e legata a questa battaglia) per un fronte comune. Ecco che le provocazioni gratuite, a cui abbiamo assistito in queste settimane, tra “Fascisti e antifascisti”, costituiscono un pesante ostacolo a questa strategia di buon senso, così rischiando di vedere ancora una volta il trionfo della Reazione, il nostro nemico giurato di sempre.L'entrata in scena di Lotta StudentescaLotta Studentesca è la prima sigla della destra radicale in assoluto che guida le proteste, la prima in assoluto ad aderirvi.Lo fa a Venezia con un comunicato di partecipazione dei nostri giovani al primo importante corteo del 10 ottobre, lo fa a Padova e soprattutto ad Ancona, quando Forza Nuova ed i sindacati manifestano insieme contro il decreto, ciascuno con le proprie bandiere. Poi ancora a Roma, con l'occupazione del liceo Malpigli e poi a Treviso, Palermo, Brescia e così in tutta Italia. A macchia d'olio la volontà di Lotta studentesca viene recepita: contare le partecipazioni di Ls ed Fn alle iniziative sarebbe troppo lungo, anche perché in molte delle stesse i militanti di Lotta Studentesca hanno partecipato senza nemmeno dichiararlo.La direttiva, non da tutti compresa subito, è inequivocabile: si tratta di riprendersi non solo il diritto alla piazza con il popolo, ma si tratta soprattutto di guidarlo questo popolo di giovani arrabbiati, si tratta di inserirsi come avanguardie dove si manifesta il conflitto sociale superando l' autoreferenzialità e la marginalità tipiche dei gruppi neofascisti.Lotta studentesca offre una forma, migliore della sinistra, perché non vuole egemonizzare, vuole distinguersi non avendo l'arroganza di chi per decenni ha fatto il callo alle proteste. Non mette il cappello, offre il braccio.Lotta Studentesca parte consapevole di essere minoranza, consapevole anche, però, che se pure la sinistra radicale è una minoranza nella protesta, questa è una minoranza ben organizzata. Per questo Lotta studentesca non vuole prevaricare: sa di non poterlo comunque fare. Lo spirito è un altro, le menti degli studenti sono aperte ma rifiutano le categorizzazioni: in buona parte, rifiutano anche quelle della sinistra estrema.A dimostrazione di questo, vi è un dato di fatto: dove le manifestazioni hanno avuto un cappello, hanno visto sigle estreme o radicali che tentavano di farla da padroni assoluti, imponendo ai più le proprie decisioni, le stesse iniziative sono fallite miseramente nei numeri come nei risultati.Nella protesta c'è spazio per tutti e servono avanguardie disinteressate: Lotta studentesca emerge.L'interesse che suscitano gli studenti forzanovisti è subito altissima: rassegne stampa quotidiane dimostrano che noi ci siamo, e siamo perfino ben accetti. I compagni meno facinorosi ci sopportano bene, e noi tendiamo quotidianamente la mano, suscitando reazioni svariate ma quasi mai negative.Lotta Studentesca non si è mai illusa di poter realmente sconfiggere le barriere mentali degli antifascisti, ma ha creduto con successo di poterle momentaneamente frenare. Un successo che ha origine, innanzitutto, nell'umiltà. C'è voglia di fare e di farsi conoscere, ma c'è anche consapevolezza delle proprie reali forze e della precarietà di questo nuovo, quasi idilliaco stato. Per questo Ls non compie azioni eclatanti, non forza la mano per catalizzare l'attenzione dei media ma si conquista gli spazi e l'agibilità politica passo dopo passo, azione mirata dopo azione mirata, poiché la dirigenza sa che una sola mossa errata potrebbe distruggere tutto. Anche senza ricercare il palcoscenico mediatico a tutti i costi, molti giornalisti notano comunque la presenza dei giovani forzanovisti nel movimento degli studenti. I comunicati e le iniziative di LS iniziano ad essere citati spesso, oltre che da vari quotidiani locali e nazionali, anche dalla stampa di sinistra. Addirittura Liberazione, quotidiano di Rifondazione, dedica un articolo di mezza pagina all'occupazione del Liceo Malpighi di Roma intervistando alcuni dirigenti forzanovisti.Alcune iniziative spiazzano totalmente le sinistre costrette a rincorrere l’audacia di Lotta Studentesca: il movimento offre assistenza gratuita ai 200 denunciati per la manifestazione non autorizzata di Treviso senza preclusione ideologica alcuna. Il messaggio è chiaro: Forza Nuova è nella protesta e combatte la reazione con tutte le energie che ha a disposizione.Fascisti-leninistiIl governo reagisce con fastidio crescente al dilagare della protesta. Disturba, soprattutto, che la mobilitazione assuma un carattere trasversale e gli studenti in lotta non possano essere liquidati solo come facinorosi comunisti. Oltre alle minacce di Berlusconi (di cui abbiamo già fatto cenno), alcuni settori di AN, particolarmente legati all'Arma dei Carabinieri, iniziano ad invocare più vigilanza da parte delle forze dell'ordine e definiscono gli studenti come "fascisti-leninisti" (cioè doppiamente eversivi). Con “fascisti-leninisti” alcuni parlamentari del PDL cercano di ridurre “l'onda anomala” delle manifestazioni che si moltiplicano in tutta Italia. Questo riduzionismo proviene non a caso dall'area PDL di Alleanza Nazionale, maggiormente legata al potere ed agli apparati coercitivi-repressivi. Maurizio Gasparri è l'uomo dell'arma dei carabinieri al Governo. Totaro è un suo gregario. Ma la valenza e la connotazione che i deputati alleanzini danno a questa nuova definizione è doppiamente odiosa. Primo perché loro erano i veri 'neofascisti' del Msi, secondo perché anche grazie al loro operato quel partito non tradusse mai in fatti l'originario spirito rivoluzionario che animava i fondatori del partito.Importante anche per capire che un attacco del genere era chiaramente un appello (carambolato) che i sinistri più beceri avrebbero ascoltato. Qualcuno ha pizzicato la coda all'animale in gabbia quindi?KossigaCossiga auspicò, quando la protesta era ancora unitaria, una dura reazione del ministro Maroni contro gli studenti, parlando dell'utilità di infiltrare le proteste per poi poterle reprimere meglio.Citiamo dal Quotidiano Nazionale: «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università». Quanto alla possibilità di usare la forza pubblica espressa dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, Cossiga ha detto: «Maroni dovrebbe fare quello che feci io quando ero ministro dell'Interno», ha continuato. «In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...». «Lasciar fare gli universitari - ha continuato - Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città». «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri», ha affermato Cossiga. «Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale - ha continuato - Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano». «Soprattutto i docenti - ha sottolineato -. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì». Se le proteste siano state realmente infiltrate è difficile a dirsi, la teoria del complotto interessa poco: l'ingenuità o la megalomania hanno fatto in seguito gli stessi danni, o forse danni peggiori, di quelli che avrebbe potuto fare qualsiasi provocatore a busta paga. Si dice che non esista miglior ladro di colui che non sappia di rubare. Il danno nasce da un'errata valutazione dei rapporti di forza, da una smisurata voglia di emergere - non addebitabile a Lotta Studentesca - e da una pessima conoscenza della tempistica della protesta.Il danno nasce quando i "capi" si vogliono imporre, e non ricordano che le avanguardie sono tali solo se realmente accettate. Il danno nasce quando si forza la ‘tolleranza’ degli antifascisti da un lato, e si sottovaluta la sensibilità degli studenti apolitici o meglio non schierati. L'avanguardia si costruisce col consenso giorno dopo giorno e con un pizzico di ardore, non con l'arditismo suicida ed il situazionismo da supertifo.La trappola di Piazza NavonaIl 29 ottobre è in programma in Senato la votazione per approvare il decreto legge Gelmini, tre giorni prima sulla scena romana fanno irruzione alcune sigle studentesche di estrema destra che, differenziandosi in modo radicale da quello che era stato l'operato di Lotta Studentesca, iniziano a contendere la direzione dei cortei alle organizzazioni di sinistra nel tentativo di egemonizzare la protesta. E' fin da subito evidente il contrasto stridente tra le dichiarazioni di non strumentalità e di trasversalità e l'atteggiamento con il quale si presentano in piazza. Fino ad allora le manifestazioni avevano visto la partecipazione di studenti di differenti orientamenti politici senza che mai in nessun caso si registrassero problemi. Da quel momento in avanti iniziano le tensioni e in brevissimo tempo la situazione inevitabilmente precipita. La mattina del 29 davanti al Senato, in piazza Navona, si verificano tafferugli tra studenti di estrema destra e settori dell'estrema sinistra legati all'antifascismo più becero. Tafferugli immediatamente ripresi ed enfatizzati da tutti i media e che hanno l'effetto di offuscare quello che sta avvenendo in senato. La protesta va a puttane e il governo ringrazia. Alcuni pensatori "metapolitici" anzichè fornire elementi per una pacata autocritica, iniziano incredibilmente a presentare quello che è accaduto in piazza Navona come una vittoria che avrebbe "capovolto il 68". Secondo costoro che rivendicano "la guida morale e organizzativa di una protesta multicolore" la sinistra sarebbe stata sconfitta perchè non avrebbe tenuto conto "dei nuovi rapporti di forza"... In realtà, i rapporti di forza, purtroppo già chiarissimi in piazza Navona, lo sono divenuti ancora più in seguito. In piazza Navona è uscito sconfitto chi ha preferito la boutade pericolosa e l'avventurismo per guadagnare visibilità mediatica, chi, al posto del lavoro paziente, ha voluto forzare l'egemonia gruppettara. Tutto questo ha messo un'ipoteca pesantissima sulla partecipazione trasversale, rinfocolando logiche da opposti estremismi e compattando la sinistra sull'antifascismo fino ad allora del tutto marginale nelle proteste studentesche (si confrontino volantini, documenti, slogan e articoli dei giornali di sinistra prima e dopo i fatti del 29 ottobre per rendersi conto di ciò). Infine, con una conferenza stampa congiunta tra esponenti dell'estrema destra romana e parlamentari del PDL si è accreditata la tesi delirante diffusa dagli antifascisti sulla strumentalità della presenza delle forze giovanili non di sinistra nella contestazione studentesca Insomma, a chiunque abbia conservato un minimo di lucidità, è evidente che la bagarre di piazza Navona non abbia giovato ai settori giovanili non conformisti, né, in generale, alla protesta studentesca. Non ha giovato poi assolutamente a Forza Nuova come movimento politico impegnato a costruire l'opposizione al governo Berlusconi, né a Lotta Studentesca come avanguardia tra gli studenti in lotta. La protesta vera, quella sana è risucchiata nella spirale della contrapposizione fascismo-antifascismo. Non a caso in piazza Navona, la polizia, pur presente in forze, è intervenuta solo a scontro avvenuto...Spedizione alla rai Un'altra azione controproducente: se si volevano proteggere i giovani di Piazza Navona, il risultato tangibile è diametralmente opposto. Un'azione dannosa ed infantile. Dannosa perché il risultato era facilmente immaginabile e prevedibile. La militanza politica non si fa seguendo istinti irrazionali e focalizzando tutta l'attenzione sul rapporto causa-effetto. Non c'è dubbio che solo uno stolto, un ingenuo o una persona insana di mente potevano pensare che un'irruzione alla sede principale della televisione pubblica italiana, potesse avere un risultato positivo o essere riconosciuta come "passeggiata futurista". Si tratta di un'azione immediatamente definita 'squadrista' che ha dato legna da ardere nelle stufe (già al massimo della potenza) dell'antifascismo strutturale. Gli effetti sono devastanti: tutti i più importanti organi d'informazione si auto-tutelano a vicenda: i giornalisti sono tra loro solidali da sempre e comunque. Attaccare i giornalisti è il modo migliore per compattarli contro di noi. Non c'è scampo. L'equazione è facilmente dimostrata dall’intera intellighenzia antifascista: i neri, i fascisti, i ragazzi di destra oltre ad essere dei violenti, sono dei prevaricatori, degli antidemocratici, dei violenti e minacciano il caposaldo della dialettica politica… L'opinione pubblica assorbe come una spugna e gli antifascisti corroborano le proprie preconcette tesi: l'immagine del film 'vogliamo i colonnelli' torna alla mente, la spedizione in rai che arriva a trasmissione conclusa non serve a far finire tutto in commedia, purtroppo…Scritte antisemiteLe scritte antisemite emerse negli scorsi giorni a Roma s’inseriscono pienamente nella scia logica delle "provocazioni", sia nel caso esse siano state fate per incoscienza, sia per volontà provocatrice. Non c’interessa sapere chi ci sia dietro la sigla ‘Militia’: non c’interessa focalizzare i contenuti degli striscioni affissi a Roma. Certamente né la causa del ‘revisionismo storico’ né quella dell’antisionismo hanno da guadagnare da operazioni di agit-prop che galvanizzano esclusivamente la comunità ebraica romana ed italiana, permettendo ai Pacifici di turno di accaparrarsi (come se ce ne fosse il bisogno) ulteriori spazi, per lanciare i soliti j’accuse e gridare ai quattro venti al pericolo nazifascista che ritorna.Ci risulta poi difficile credere che a Roma il sindaco ‘neofascista’ Alemanno, noto Mecenate di ex estremisti di destra, e fautore del ‘terzaposizionismo’ parlamentare goda veramente di queste inimicizie ed ostilità. E’ noto ai più che lo stesso Gianni Alemanno viva orgogliosamente il suo status di padrino-padrone di moltissimi ‘Camerati’ i cui nomi ridondano abbondantemente le pubblicazioni alla cuorineri tanto in voga negli ultimi tempi.Il telefonista di FnQuesto è forse il primo episodio dove Forza Nuova viene direttamente chiamata in causa: in seguito ad alcune telefonate anonime minatorie alla redazione di "Chi l'ha visto", Fn ha perso gran parte della fiducia che le era stata accreditata persino dalla stampa di sinistra ( Liberazione ed il Manifesto in primis), la quale aveva visto (chiaramente per motivazioni ‘partigiane’) di buon occhio la partecipazione di Forza Nuova alle contestazioni. E' indubbio che tale occhio di riguardo non fosse sincero bensì condizionato da una logica di opposizione governativa, eppure segnava una svolta storica: Forza Nuova trovava legittimità e quantomeno veniva considerata come forza reale e non immediatamente ostile. Se è chiaro che queste telefonate non sono in alcun modo addebitabili a Forza Nuova, il danno che hanno provocato è tale da segnare una netta linea di confine tra il prima ed il dopo.Riportiamo il testo integrale della telefonata tanto per far capire a tutti che solo qualche psicopatico mentalmente deviato o qualche appuntato zelante poteva proferire frasi di questo tenore:- prima telefonata: "questa è la segreteria nazionale di Forza Nuova, abbiamo visto il vostro numero del 3 novembre in cui pubblicate foto di persone in cui chiedete a 'Chi l'ha vistò dove abita e il nome e cognome. Noi facciamo lo stesso su di voi, su tutti voi. Chi ha visto voi, chi lavora con voi, dove abitate, nome e cognome. E poi verremo sotto le vostre case". - seconda telefonata: "Non solo i parenti fino al secondo e al terzo grado, ma anche cani, gatti, pesci rossi e canarini. stateci attenti" - terza telefonata: "'Chi l'ha vistò noi vi abbiamo visto, vi guardiamo. Sotto casa, quando uscite, quando andate a portare a passeggio il cane, vi guardiamo sempre. Vi abbiamo visto, vediamo, vedremo, stiamo sempre con gli occhi bene aperti. Voi invece no".- quarta telefonata: "Qualcuno di voi si è perso un cane? Noi lo abbiamo visto, che dobbiamo fare lo dobbiamo prendere? lo laviamo? gli dobbiamo levare le pulci? poi lo dobbiamo ridare? E' valida anche per i cani questa trasmissione? Qualcuno di voi ha perso cani o gatti? Noi ne abbiamo trovati svariati. Diteci che dobbiamo fare, se dobbiamo lavarli o togliergli le pulci prima di restituirli. Li portiamo direttamente a casa. Eventualmente prendiamo anche i bambini davanti all'asilo, ci andiamo direttamente noi se volete, ditecelo, fatecelo sapere". E questa notizia è stata l’apertura di un TG1…Fiore a Matrix Roberto ha fatto certamente una buona figura visto poi l’avversario ostico – Ferrero ex ministro e segretario di rifondazione comunista. Considerando che ‘Matrix’ condotto da Mentana ha milioni di telespettatori il bilancio è senza dubbio positivo. Segnaliamo con una certa soddisfazione anche la presa di distanza che Gianluca Iannone leader di casapound e ispiratore del blocco studentesco abbia espresso nei confronti di Forza Nuova. Non c’è nulla di più lontano politicamente da noi e da chiunque faccia politica attiva con una certa costanza e serietà che un fenomeno che si presenta agli occhi dei telespettatori come un rinnovato apologeta della pirateria che si prende a cintate per rubarsi la bottiglia di rhum. La sinistra antagonista si chiude a riccioSe la sinistra più antifascista aveva già rifiutato in partenza una qualsivoglia collaborazione con Lotta Studentesca-Fn nelle proteste, facendo appelli ideologici per lo più dai propri siti internet ancor prima di Piazza Navona, all'inizio la stessa era stata costretta dalla maggioranza dei protestanti a contenersi, ed i suoi sporadici appelli non avevano comunque trovato alcun riscontro effettivo nelle manifestazioni.Dopo piazza Navona, la sinistra si è compattata in funzione antifascista. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: i peggiori katanga, bierrini, autop che non si vedevano più in circolazione da 20 anni sono ritornati magicamente a guidare servizi d’ordine in parata da volante rossa.L'antifascismo militanteL'antifascismo militante, che ha dato i primi segnali a Cremona dove i dirigenti locali sono stati minacciati, e ad Albano dove giovani di Forza Nuova è stato impedito di partecipare ad un dibattito su Nazirock, trova in questo momento un terreno fertile e franoso. L'orso morente si è risvegliato, e può comunque, anche se debole, trovare forza nella mai sopita accondiscendenza istituzionale.Segnaliamo come in moltissime altre città d’Italia gli effetti di Piazza Navona abbiano fatto danni incalcolabili:giovani di lotta studentesca (anche senza simboli d’appartenenza) allontanati da piazze monopolizzate da estremisti di sinistra in quanto identificati come i ‘provocatori di piazza navona’. E’ chiaro che la strategia alla base degli incidenti di Roma sia stata vincente per il Potere ed i suoi gregari (sia nell’estrema destra che nell’estrema sinistra). Altrettanto chiaro che l’antifascismo militante riproposto in questi giorni sia stato aizzato da sedicenti ‘fascisti’ contigui a Berlusconi e affini.Cui prodest Rileviamo come sia logico rispondere ad un quesito di questo tenore con un approccio deduttivo. Siamo certi che tutta questa bagarre non abbia in primo luogo giovato alla protesta nella sua trasversalità. Non ha giovato all'onda anomala. Ora controllabilissimo moto ondoso facilmente arginabile. Non ha giovato poi assolutamente a Forza Nuova come movimento politico e a Lotta studentesca come movimento studentesco. Al di là di un po' di pubblicità le condizioni di accesso a spazi di agibilità militante non sono cresciuti, anzi, c'è un'evidente contrapposizione in 'fieri'. Non ha giovato ai vari attori protagonisti delle mobilitazioni descritta a tinte fosche dalla stampa berluschina.Siamo invece sicuri che hanno brindato, gioito, esultato in un'ola collettiva: il Presidente Berlusconi, l'intero Governo, la Gelmini, Tremonti, Brunetta, Maroni, i servizi di sicurezza, Feltri, Fini e Gasparri, Alemanno, la Cgil, i peggiori tra gli antifascisti e i peggiori tra i 'neofascisti'. Insomma il potere nelle sue diverse anime e manifestazione: il partito del palazzo, i ladri di Pisa…Roma, la grande Babilonia?Emerge chiarissima – in tutta la vicenda- la consuetudine da parte del potere di concentrare i propri sforzi a Roma. Sforzi che non vedono ancora la deflagrazione di bombe (quanto manca ancora?) atte a stabilizzare e puntellare il sistema – potere - governo, ma si manifestano 'ad occhio nudo' anche ad un osservatore non proprio attento. Tutti i fatti che hanno gonfiato le cronache dei tg e dei giornali nazionali e non,si sono concentrati a Roma. Perchè, se la protesta ha coinvolto un paese di 60 milioni di abitanti ed uno scacchiere che spazia dalle Alpi alla Sicilia? Le risposte sono molteplici. Sicuramente per una questione pratica. La concentrazione degli operatori dell'informazione a Roma, poi per una questione simbolica – la votazione della legge al parlamento ed al senato- sempre a Roma. Ma non crediamo ci sia solo questo a spiegare le deviazioni della protesta antigelmini avvenute tutte a Roma. Roma è la Capitale, è il centro del Potere, è il luogo dove lo stesso vive la sua essenza in un rapporto ambivalente con la piazza. Chiaramente il Potere può a Roma controllare in modo privilegiato la Piazza, può arrivare a scatenarla contro qualcuno, può deviare un fiume dividendolo in migliaia di rivoli facendone perdere la capacità incisiva. Così è stato. Ma a Roma esistono le segreterie dei partiti, i ministeri, le centrali dei servizi. E' da lì che la politica viene costantemente inficiata ed inquinata. A sinistra quanto a destra. In maniera cosciente o incosciente. I capitoli più bui della storia italiana passano da Roma come oggi passano da Roma tutti gli accadimenti che poi sono andati a dividere un intero fronte di lotta in tutta Italia.Cattivi maestri? Certamente come non c'è dubbio che esistano anche i 'cattivi pensieri' e un'assoluta mancanza a destra ed anche sinistra di persone e figure mature e riconosciute, atte a dare buoni consigli e non sterili ed egoistici comizi 'partigiani'. L'operato del potere a Roma ha poi un nome e cognome a destra quanto a sinistra: da una parte rifondazione comunista dall'altra parte alleanza nazionale. E' un passaggio obbligato che in questo caso ha visto gli uomini e le segreterie dei due partiti duellare a distanza per monopolizzare in maniera tirannica la protesta a sinistra, e per inquinarla a destra. Bersaglio raggiunto chiaramente.Purtroppo in tutto questo baillame – ma già lo sapevamo- Lotta studentesca e Forza Nuova sono state colpite da un meccanismo sopraffino e geniale per cui chi aveva un'ispirazione rivendicativa unificante verso la sinistra si è trovata 'suo malgrado' soverchiata nel gioco della scelta di campo che non doveva assolutamente avvenire.Estrema destra: l'armata brancaleone, dilettanti allo sbaraglio nella migliore delle ipotesiNon ci soffermiamo sull'analisi della sinistra radicale o antagonista, sui collettivi, sugli universitari della sapienza. Li conosciamo, e molto bene. Loro sono tra i peggiori interpreti dell'onda anomala. Sono tra i più coscienti responsabili della sua fine. Hanno dato il peggio che potevano dare, dimostrando una stupidità politica eccezionale, una miopia operativa senza precedenti e riuscendo a siglare punti a favore del potere costituito. Una domanda sorge spontanea?Anzi due. Può il livore ideologico o l'ignoranza generare tanto odio?Ma la seconda è più importante: l'uomo che si taglia il membro per far dispetto alla moglie compie un’azione logica? Questo dimostra quanto il vero interesse di alcuni non era il riscatto e la salvezza della scuola pubblica e dello stato sociale, ma il mettere il cappello ad un'iniziativa. Ciò facendo una protesta di popolo è diventata oggi la solita carnevalata da centro sociale. Ma gli ex68ini dove sono? Tutti a libro paga ovviamente…Sull'estrema destra saremo molto chiari. In tutta Italia l'esempio è stato galvanizzante e magnifico. Il problema è puramente romano dove la segreteria di alleanza nazionale e la stragrande maggioranza di piazzaroli di destra sono legati da un cordone ombelicale manifesto.Come uscire dal tunnelLo scenario originario che sembrava radioso è diventato tutto ad un tratto un tunnel oscuro. Una fossa piena di brutti ricordi e cattive reminiscenze. Alla gioia di costruire un qualcosa di nuovo, di aderire ad un moto centrifugo ci sembra di rivivere la vita di altri, essere per l'ennesima volta catapultati in un passato ove non vogliamo né possiamo riconoscerci. La spirale è iniziata con effetti beceri e nefasti: non c'è stato spargimento di sangue vero. Ma qualcosa è stato ucciso, e chi ha un minimo di acume politico lo sa bene. E' stata mortificata una prospettiva, è stata bruciata una grande possibilità. Non uno il sicario, ma come in '10piccoli indiani' della Christie, sono numerosi i pugnalatori che oggi se la ridono preparandosi a fare altri danni.Più che come operare, dove operare?Questa domanda merita una risposta ed una indicazione netta e precisa sul da farsi. Anche perché le forme dell’azione politica possono essere talmente variegate e molteplici da non consentire l’elaborazione di una ‘regula’, di un libro rosso enciclopedico su cui declinare l’attività e la proiezione esterna delle nostre idee. Molto più facile ed utile invece risulta fare uno screening, una vera e propria scansione propedeutica per indicare i luoghi dell’azione politica, gli spazi fisici. Lo ‘sfondamento a sinistra’ non deve essere visto nell’ottica dell’occupazione fisica di spazi rivendicati già da altri rispetto a noi, bensì un’azione più pratica, proficua di riempimento degli innumerevoli spazi e luoghi ove l’offerta politica sia oggi inesistente. Pensiamo a scuole ed università: la protesta di queste settimane ha permesso l’inizio dei lavori. In ogni città ci sono spazi vuoti da colmare.Oltre l’onda anomala per costruire un’opposizione totaleLe lotte studentesche hanno dimostrato che il consenso sociale del governo Berlusconi, che certo rimane per il momento molto forte, poggia però su fragili fondamenta. E’ anch’esso una sorta di bolla speculativa che può sgonfiarsi di fronte all’incapacità di rispondere ai bisogni reali di gran parte della popolazione. In particolare, di fronte alla crisi economica, che nell’anno che verrà scaricherà i suoi effetti dirompenti sull’economia reale, saranno i ceti medi in via di proletarizzazione (o precarizzazione) e i settori popolari a pagare il prezzo più alto. I fronti, che già si vanno delineando, saranno evidenti a tutti nel prossimo futuro: da un lato il governo Berlusconi alleato di Confindustria e delle grandi banche (significativo a tal proposito l’inserimento di Marina Berlusconi, fortemente voluta da Geronzi, nel CdA di Mediobanca), dall’altro la maggioranza del popolo Italiano sempre più indebitato, impoverito e precario. Operare per costruire un’opposizione di popolo a Berlusconi e al progetto di ristrutturazione capitalista di cui è espressione, è quindi il compito che s’impone a Forza Nuova in questa fase. Certo, quando si dice opposizione, non ci si può fermare alla retorica e ai proclami. Si tratta, invece, di opporsi concretamente alle politiche del governo, mobilitandosi insieme ai settori della società che subiscono le ingiustizie. In questo bisogna fare tesoro delle lotte intraprese dagli studenti forzanovisti in questi giorni. Occorre continuare sulla strada da loro tracciata per partecipare al conflitto sociale reale e superare definitivamente l’autoreferenzialità.

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